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Alzheimer e assistenza ai familiari: Ddl del M5S

Sanità pubblica Redazione DottNet | 13/12/2019 13:44

Oltre un milione di persone in Italia è affetto da Alzheimer e demenza senile. Sono tre milioni i caregiver che si occupano di assistenza

Oltre un milione di persone in Italia è affetto da Alzheimer e demenza senile. E circa 3 milioni di persone si occupano di assistere i malati. Sono invece circa 2,3 milioni le famiglie italiane, stando alle ultime rilevazioni Istat, con almeno un disabile grave a carico, nella maggior parte dei casi ricevono sostegno da reti informali e non riescono a far a meno di servizi a pagamento, mentre chi si occupa di loro, spesso, è costretto a scegliere tra attività di cura alla persona e lavoro.

Se ne è discusso a Palazzo Chigi nel corso del convegno "Infinito amore. Alzheimer: dall'assistenza all'inclusione del malato e dei familiari che se ne prendono cura", promosso dai senatori del M5S Barbara Guidolin e Gaspare Marinello. Al centro dell'incontro anche le politiche da mettere in campo a tutela dei malati: dal disegno di legge sul caregiver familiare, a firma della senatrice M5S Simona Nocerino al disegno di legge, a firma del senatore Gaspare Marinello, che punta a introdurre nel sistema sanitario nazionale la figura dell'infermiere di famiglia a fianco del medico di medicina generale.

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Le due proposte del M55 state depositate al Senato qualche mese fa e sono all'esame delle rispettive commissioni di merito. "Le stime dell'Istat ci dicono che sono oltre 15 milioni le persone in Italia che si occupano di assistere un congiunto malato o disabile e di queste l'86% sono donne - ha affermato Nocerino - e solo la metà di loro può fare affidamento a una collaborazione in famiglia, seppure saltuaria, che possa assistere la persona nelle normali mansioni quotidiane, amministrative e burocratiche che il paziente non è in grado di compiere in autonomia. Parliamo di un impegno costante e gravoso che spesso induce, come rileva l'Istat, a dover scegliere tra attività di cura alla persona e lavoro".

"Sono anni - prosegue Nocerino - che i familiari di persone con disabilità chiedono alle istituzioni di uscire dall'invisibilità e di aver riconosciuto il loro impegno alla stregua di un lavoro vero e proprio. E il ddl sul caregiver familiare, che dovrebbe essere calendarizzato in aula al Senato a gennaio prossimo, va proprio in questa direzione, perché riconosce il valore sociale ed economico dell'attività di cura svolta da parte del caregiver introducendo ad esempio competenze acquisite, contributi figurativi e agevolazioni". 

Per la senatrice del M5S Barbara Guidolin, componente della commissione Lavoro, "occorre agire su due fronti potenziando la ricerca e la prevenzione e sostenendo pazienti e famiglie". "Le politiche di assistenza socio-sanitario va ripensato. Dobbiamo puntare - ha aggiunto Guidolin- su un nuovo modello di welfare legato alle attività di cura alle persone, capace far dialogare meglio i servizi sociali di Comuni e Regione, con il sistema sanitario nazionale e regionale, integrando quindi figure sociosanitarie esistenti, penso al medico di medicina generale, con nuove figure come quella dell'Infermiere di famiglia, che vogliamo introdurre".

Per il senatore del M5S Gaspare Marinello, componente della commissione Sanità di Palazzo Madama, invece, occorre lavorare insieme al mondo delle associazioni, perché ha detto: "i familiari di persone con disabilità, senza adeguato supporto, rischiano di diventare vittime a loro volta della patologia".   "La figura del caregiver - ha osservato Marinello - va introdotta così come quella dell'infermiere di famiglia per ridisegnare nuove frontiere dell'assistenza territoriale.  Insieme al medico di famiglia, che è già al centro della sanità territoriale, possiamo contribuire potenziare diventare un pilastro del sistema sanitario nazionale". Nel corso nel convegno la 'Fondazione Ebri - Rita Levi-Montalcini' ha illustrato lo studio sull'anticorpo A13, molecola che 'ringiovanisce' il cervello bloccando l'Alzheimer in fase iniziale e che apre a nuove possibilità di diagnosi e cura. Lo studio sperimentato sui roditori ha mostrato come le cavie hanno ripreso a produrre neuroni ad un livello quasi normale

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